Food retail. Cosa è cambiato dopo la pandemia?

trend food retail alhena service

Prima della pandemia da Covid-19, il servizio di consegna a domicilio non era diffuso tra bar e ristoranti e i supermercati non erano attrezzati per offrirlo. Tuttavia l’emergenza sanitaria ha imposto nuovi comportamenti: sempre più persone hanno cominciato a ordinare da casa. Le varie imprese impegnate nel settore della ristorazione e in quello del commercio alimentare si sono organizzate in modo da poter assicurare il servizio di delivery. Si è sviluppato il quick commerce, la possibilità di ordinare online in negozi vicini a noi con un servizio veloce di consegna in giornata. Nel mondo del GDO, il Food Tech ha permesso di ottimizzare la supply chain e il delivery si è diffuso anche tra i supermercati.

Un nuovo modo di fruire dei servizi food

È stato riportato da Sensor Tower che nei primi trimestri del 2020 170 milioni di persone hanno installato app per il food delivery solo in Europa, con un aumento del 44% rispetto al 2019. È stato registrato un aumento di vendita online di generi alimentari del 3%, salendo così al 10%; secondo il World Economic Forum questo tasso crescerà del 10% annualmente.

In uno speech 2021 di Valentina Lanza, Responsabile Comunicazione di FICO Eataly World Food, è stato riportato che “il tempo passato dagli italiani ai fornelli negli ultimi anni si è abbassato: da oltre 1 ora al giorno per preparare il pasto a meno di 37 minuti”. È un altro fattore che incide sull’ascesa del quick commerce e delle delivery app.

Dopo la riapertura dei ristoranti, quando molte persone sono tornate alle vecchie abitudini e a godersi un’uscita fuori casa, il delivery è rimasto una delle possibili modalità di accesso al food retail; anzi, per un certo tipo di pubblico ha continuato a preferire e a utilizzare con costanza il servizio d’asporto o di consegna a domicilio.

Insomma, la pandemia ha accelerato tendenze che erano già in atto. E proprio per questo non sarà una parentesi: i comportamenti sono cambiati, non si tornerà indietro, ma lo scenario è in evoluzione continua.

Il digitale anche per il negozio food

Di fronte a questo panorama, c’è una domanda ineludibile di digitalizzazione dell’esperienza d’acquisto di cui le imprese devono tenere conto. Non si tratta solo di integrare un canale e-commerce, ma anche di offrire servizi sempre più smart e customizzati sull’esperienza del singolo utente. I consumatori richiedono tanti touch point digitali col brand prima di decidere dove e cosa acquistare, se online o in negozio. Se molti consumatori infatti restano fedeli all’acquisto in negozio e c’è chi preferisce andare in un ristorante o al bar per motivi legati alla socializzazione, è anche vero che il processo decisionale – verso un brand, un prodotto o un servizio – passa sempre anche dalla consultazione degli ambienti digitali.

È evidente allora che occorra puntare alla sinergia tra canale online e offline. Per abbracciare le diverse esigenze dei consumatori è necessario avere un sito web, che i clienti potranno visitare, dotato di menu online con i diversi prezzi, prevedere il servizio di asporto ma continuare comunque a mantenere la consumazione sul posto.

Anche gli spazi degli store nel food retail si adeguano al bisogno di autonomia e velocità del consumatore: smart lockers per il ritiro in punto vendita della spesa ordinata online; totem per l’ordine digitale all’interno del ristorante; l’incremento degli spazi dedicati alle casse automatiche, con l’upgrade della scannerizzazione dei prodotti, fino ai pagamenti in APP. Sono alcuni dei cambiamenti che fisicamente mutano il layout dei negozi e dei supermercati. Una nuova frontiera che investe il food così come ogni altro settore retail e a cui occorre offrire nuove competenze, professionalità e tecnologie.

Articoli

Contattaci