Il 2020, l’anno della pandemia e del lockdown, ha avuto un impatto radicale sul settore retail. L’emergenza sanitaria ha profondamente influenzato le abitudini e le opinioni dei consumatori e ciò mette il mondo del retail di fronte alla necessità di una ripartenza carica di considerazioni da fare e innovazioni da promuovere.
Come la pandemia ha modificato i consumi
Per capire l’attuale situazione e provare a prevedere i futuri trend è importante partire da un quadro generale sui consumi. Uno studio del Global Consumer Insight Survey Pulse Survey 2020 di PwC condotto su quasi 4.500 consumatori in 9 territori (Italia, Francia, Germania, Spagna, Paesi Bassi, Uk, Svezia, Middle Est e Cina) ha portato alla luce interessanti dati. In Spagna e in Italia il 60% degli intervistati ha subito una riduzione delle entrate. La spesa alimentare è aumentata del 64%, di contro i settori dell’automotive e dell’abbigliamento sono stati quelli più penalizzati. Il crollo dei consumi italiani si aggira attorno al 10% e si ipotizza che serviranno cinque anni per tornare ai livelli di spesa pro-capite del 2019.
Se ci concentriamo sui centri commerciali il panorama assume connotati ancora più gravi: il 2020 si è chiuso con un calo del 30% rispetto al 2019, il mese con il peggior trend negativo è stato novembre con un calo dei ricavi del 49% e una diminuzione negli ingressi del -52%.
Property e mall si sono trovati a gestire non un’evoluzione graduale, ma un punto di svolta del mercato globale. Come gestire questo “punto di rottura”? Da dove dovrà ripartire il mondo del retail?
Segnali positivi per il mercato immobiliare
In questo scenario esistono però dei segnali positivi: per quanto riguarda il mercato immobiliare, il sentiment è quello di una ripresa nel corso del 2021.
Secondo la ricerca “Italia real estate market outlook 2021” condotta da Cbre emerge una forte propensione all’investimento nel settore del retail: nel corso del 2021-2022 in Italia verranno completati cantieri per oltre 400.000 metri quadrati e verranno fatte diverse operazioni di refurbishment. Azioni, queste, che fanno presagire un nuovo “vento” di entusiasmo nel settore.
Le previsioni sono quelle di un recupero dei risultati, rimonta che sarà caratterizzata da un restyling degli asset, con una nuova concezione degli spazi e dei percorsi d’acquisto a seguito, soprattutto, del forte incremento degli acquisti online.
Come cambierà il mondo del retail
La diffusione dell’e-commerce, infatti, ha reso sempre più sottile il confine tra online e offline. Gli italiani hanno acquisito dimestichezza con qualsiasi tipo di acquisto online e il desiderio che emerge è quello di coniugare sempre di più lo shopping fisico con la possibilità di ritirare prodotti comprati online.
Il superamento della divisione online e offline è ora al centro dell’interesse dei retailer e degli investitori, sempre più orientati alla crescita dell’omnicanalità. Cosa significa, nel concreto, tutto ciò per i centri commerciali?
Vuol dire prepararsi ad affrontare alcuni aspetti: rafforzare le proprie capacità digitali, modernizzare gli store e i loro indoor, potenziare le piattaforme e gli strumenti. Più in generale si dovrà andare verso un’integrazione tra il commercio fisico e quello digitale favorendo nuove esperienze d’acquisto.
Nuove esperienze d’acquisto che stanno già facendo la loro comparsa. Come, ad esempio, la rivalutazione dei negozi di prossimità: già grandi catene di GDO, come Carrefour o Pam, hanno aperto negozi di prossimità focalizzati su prodotti selezionati, specifici servizi pensati per target ben definiti.
Stanno diventando sempre più frequenti anche format come i to-go o drive thru (in cui si acquista in macchina) e la vendita basata su distributori automatici. O ancora i tour virtuali all’interno nei negozi, oppure l’attivazione di consulenze a distanza.
In questo scenario i centri commerciali diventeranno una sorta di hub, una rete di servizi online e offline, un’offerta integrata capace di fornire al consumatore non solo prodotti ma vere e proprie esperienze.
La ripartenza del mondo del retail
Come abbiamo visto la pandemia ha modificato le fondamenta delle nostre vite, sono cambiati comportamenti, abitudini, capacità di acquisto. Dal punto di vista del commercio si è arrivati a un punto di non ritorno, ma non a un punto morto. Investendo sulle nuove tecnologie, sul digitale, su un nuovo tipo di offerta, su una nuova concezione degli spazi si potrà (e si dovrà) ripartire. Nuovi scenari che saranno grandi opportunità da cogliere per il retail.